Discariche, inceneritori o riciclo sono sicuramente le destinazioni principali dei rifiuti e le prime a cui si pensa quando si affronta il tema dello smaltimento dell’immondizia. Ogni Regione poi ha l’autonomia di poter stabilire l’ammontare di imposte entro cui rientrano la somma dei tributi e delle quote relative allo smaltimento dei rifiuti. Per questo motivo lo smaltimento rifiuti a Roma e in tutte le altre città italiane ha le proprie regole specifiche da seguire.
Classificazione dei rifiuti e tipologie
Gli oggetti e le sostanze derivanti dalle attività umane o dai cicli naturali di cui si disfa sono i comuni rifiuti. Questi vengono classificati in base all’origine, in rifiuti urbani e speciali e a seconda delle loro caratteristiche si possono individuare i rifiuti pericolosi e quelli non pericolosi.
Tra i rifiuti urbani vi sono:
- i rifiuti domestici, anche quelli ingombranti, di locali o abitazioni;
- i rifiuti non pericolosi provenienti dai locali o rifiuti assimilati a quelli urbani;
- i rifiuti provenienti dalla pulizia delle strade;
- i rifiuti di qualsiasi natura raccolti da strade, aree pubbliche o private, spiagge;
- i rifiuti vegetali derivanti dalle aree verdi;
- i rifiuti derivanti da esumazioni o estumulazioni.
Tra i rifiuti speciali, invece, vi sono:
- i rifiuti delle lavorazioni industriali;
- i rifiuti delle attività commerciali;
- i rifiuti dell’attività di recupero e lo smaltimento dei rifiuti;
- i rifiuti delle attività sanitarie;
- macchinari e apparecchiature obsoleti e deteriorati;
- veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e alcune loro parti.
A questi si aggiungono i rifiuti urbani pericolosi che, pur avendo origine da abitazioni, contengono sostanze pericolose e perciò vanno gestiti diversamente rispetto ai tradizionali rifiuti urbani. In questa categoria rientrano ad esempio i medicinali scaduti e le pile.
Attenzione poi ai rifiuti speciali pericolosi e cioè quelli ricavati dalle attività produttive e che contengono sostanze inquinanti. Questi vanno trattati appositamente proprio per ridurne la pericolosità. Tra questi vi sono ad esempio i rifiuti derivanti dalla raffinazione del petrolio, dalla produzione tessile e conciaria, dall’industria metallurgica, dall’industria fotografica, dai processi chimici, dalla ricerca medica e veterinaria, dagli impianti di trattamento dei rifiuti, i solventi e gli olii esauriti.